La PLDD - Percutaneous Laser Disc Decompression - ovvero Decompressione Discale Percutanea Laser Assistita è la tecnica interventistica min invasiva per eccellenza nei trattamenti delle ernie discali, cervicali, dorsali (esludendo il tratto T1-T8) e lombari.
La PLDD si esegue in anestesia locale. Il nucleo polposo dello spazio intervertebrale interessato viene bersagliato dal raggio laser veicolato da una fibra ottica da 300 o 400 micron inserita in un sottile ago rastremato da 18/20 gauge perfettamente posizionato nel sito desiderato sotto controllo scopico mediante C-ARM fluoroscopio.
Dal punto di vista clinico la denaturazione e successiva vaporizzazione parziale del nucleo polposo determina la decompressione del nervo interessato. L'obiettivo della procedura PLDD è la riduzione della eccessiva pressione esercitata dal sistema disco - ernia sulla radice nervosa che limita, inoltre, anche la comparsa di recidive possibili derivanti dalla sola termoablazione.
La PLDD è stata ideata negli anni novanta negli USA dal Prof. Daniel Choy con un sistema laser a lampada Nd Yag per essere importata, poco dopo, in Italia dal suo allievo, il dott. Gian Paolo Tassi, che l’ha perfezionata attraverso l’uso dei diversi laser a diodi che si sono sviluppati nel corso degli ultimi vent’anni. Dall'inizio della sperimentazione clinica del Prof. Choy fino ad oggi migliaia di pazienti sono stati trattati in tutto il mondo. Numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali hanno documentato ottimi risultati, mininvasività, affidabilità, sicurezza e stabilità della discectomia percutanea laser assistita.
Dopo il trattamento, che ha una durata variabile da 30 a 60 minuti, viene consigliato un riposo per 24 ore. Il giorno successivo il paziente può iniziare una graduale ripresa della deambulazione; la ripresa lavorativa avviene gradualmente in 15-30 giorni, a seconda dell' attività svolta.
Con la PLDD non è necessaria alcuna incisione cutanea: non c’è lesione muscolare, articolare, legamentosa né ossea. Tali sono invece le conseguenze inevitabili nell'approccio micro chirurgico, sia ortopedico che neurochirurgico, a seguito delle quali possono verificarsi aderenze periradicolari, instabilità vertebrale, dolori muscolari postoperatori ecc. Ai pochi pazienti a cui il trattamento laser PLDD non ha prodotto i risultati sperati la procedura chirurgica non è preclusa in alcun modo.
Considerando la mininvasività le complicanze della PLDD riportate sono pressoché assenti; quelle settiche sono sempre possibili anche con la chirurgia tradizionale.
Il LASEmaR® 1000 e la specifica lunghezza d’onda 980 nm, grazie al software dedicato PLDD ed ai kit dedicati per l’introduzione percutanea delle speciali microfibre ottiche, rappresenta lo strumento ideale per eseguire la PLDD.
Risonanza Magnetica di un paziente con Ernia estrusa L4 - L5
Gentile concessione G.P. Tassi M.D.
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